Michele Cascella

Michele Cascella, nato a Ortona nel 1892, è uno degli artisti più apprezzati e conosciuti del panorama artistico italiano del XX secolo. Sin da giovane, la sua vita prende una direzione insolita. Non particolarmente incline agli studi tradizionali, trova nell’arte la sua vera vocazione. Fu grazie alla guida del padre Basilio, un rinomato pittore, litografo e ceramista, che Michele iniziò il suo percorso artistico, apprendendo i rudimenti del mestiere nella bottega di famiglia.

I suoi primi esercizi grafici si ispirano ai grandi maestri del Rinascimento, come Leonardo da Vinci e Sandro Botticelli, dei quali riproduce con dedizione i disegni. Questo rigore nello studio delle opere classiche forma le fondamenta del suo stile, che negli anni si evolverà verso una personalissima declinazione dell’impressionismo e del simbolismo.

Nel 1909, a soli 17 anni, Michele Cascella compie un passo significativo nella sua carriera. Espone insieme al fratello Tommaso alla prestigiosa Galeria Druet di Parigi e, nello stesso anno, partecipa al celebre Salon d’Automne. Questi primi successi lo catapultano sulla scena internazionale, consentendogli di farsi conoscere in un periodo in cui l’arte attraversava trasformazioni radicali.

I suoi primi lavori, realizzati soprattutto dal vero, rivelano una predilezione per il pastello, una tecnica che gli permette di sperimentare con le sfumature di colore e di tradurre sulla carta la delicatezza della natura, con atmosfere intrise di simbolismo. La sua pennellata impressionista, vivace e allo stesso tempo delicata, cattura la bellezza dei paesaggi e delle scene naturali, conferendogli una fama internazionale in un momento storico di grande incertezza e trasformazione per l’arte.

Quando scoppia la Prima Guerra Mondiale, Michele Cascella viene chiamato al fronte, ma questo evento traumatico, che segna profondamente la vita di milioni di uomini, non riesce a spegnere il suo impulso creativo. Per un artista come lui, la guerra non è solo un’esperienza vissuta passivamente: è un dramma umano che diventa fonte di ispirazione, un terreno nuovo da esplorare attraverso la pittura. Cascella decide di portare con sé tele, pennelli e colori, anche in mezzo agli orrori della trincea, come se l’arte fosse per lui un’ancora di salvezza, uno strumento per sopravvivere alle devastazioni fisiche e psicologiche del conflitto.

La sua esperienza al fronte si riflette in una serie di dipinti e schizzi che immortalano momenti di vita militare, scene quotidiane di soldati in trincea, paesaggi devastati dai bombardamenti e atmosfere cariche di tensione e attesa. Lungi dal limitarsi a rappresentare la brutalità della guerra, Cascella riesce a catturare anche la desolazione e la struggente bellezza della natura in rovina. I cieli plumbei, i campi distrutti, le ombre lunghe del crepuscolo sui villaggi abbandonati diventano il simbolo della solitudine e del dolore, ma anche della resilienza umana di fronte alla distruzione.

Alcune delle opere realizzate durante il conflitto riflettono una sensibilità straordinaria nell’uso del colore e della luce. Cascella riesce a trasmettere il senso di precarietà e fragilità della condizione umana, con pennellate che sanno essere tanto delicate quanto drammatiche. I suoi paesaggi di guerra, lontani dal sensazionalismo, parlano di un’esperienza personale e collettiva, di uomini che lottano, sopravvivono e a volte si arrendono alla vastità della tragedia che li circonda.

Queste opere, cariche di emozione e di intensità, oggi fanno parte delle collezioni del Museo del Risorgimento e delle Raccolte Storiche di Milano. Sono testimonianze potenti non solo di un periodo storico complesso, ma anche della forza inesauribile dell’arte come mezzo per elaborare e comprendere la realtà.

Dopo la guerra, nel 1919, la carriera di Michele Cascella raggiunge un nuovo punto di svolta. La sua personale alla Galleria Bragaglia a Roma gli permette di entrare in contatto con alcune delle figure chiave del panorama artistico italiano, come Carlo Carrà. Proprio grazie a Carrà, Cascella riesce a trasferire la sua mostra a Milano, città che diventerà la sua residenza definitiva e il centro della sua attività artistica. Negli anni successivi, si dedica intensamente alla sperimentazione di tecniche come l’incisione e la ceramica, arricchendo il suo repertorio artistico. Nonostante questa fase di esplorazione, il richiamo della pittura è sempre presente e, dopo qualche tempo, riprende a dipingere utilizzando tecniche come l’acquerello e l’olio, che gli permettono di esprimere appieno la sua visione artistica.

Dal 1928 al 1942, Cascella partecipa ininterrottamente a tutte le edizioni della Biennale di Venezia, un riconoscimento importante che ne consacra il talento a livello nazionale e internazionale. Nel 1948, la Biennale gli dedica addirittura una sala personale, un onore riservato ai grandi maestri dell’arte contemporanea. In questi anni, viaggia tra Italia e Parigi, consolidando il suo legame con la scena artistica europea. Nel frattempo, riceve importanti riconoscimenti, tra cui la medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale, che contribuisce a rafforzare la sua reputazione.

Si concentra maggiormente sui paesaggi abruzzesi. La sua connessione con la cultura e la bellezza italiane lo ha reso un interprete straordinario del paesaggio italiano: tra le opere presenti nel nostro catalogo figurano ad esempio alberi di mimose, distese di prati fioriti, mandorle, ciliegi, tutta la natura in un tripudio di bellezza e di colori. Dal 1945 la pittura di Michele Cascella, risente di quel Neo-Cubismo condizionato dal recupero di Cézanne; eppure il suo modo di dipingere ha preservato per i suoi ottant’anni di attività un’autonomia dalle avanguardie, mantenendo uno stile unico. Si spegne a Milano nel 1989 dopo aver dedicato la sua vita alla pittura, e alla sperimentazione di diverse tecniche grafiche: dalla litografia all’acquaforte, dalla serigrafia alla cromolitografia.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la carriera di Cascella prende una svolta internazionale ancora più marcata. Le sue mostre si moltiplicano, non solo a Parigi ma anche a Buenos Aires e negli Stati Uniti, dove stabilisce un forte legame, soprattutto con la California. Cascella trascorre lunghi periodi negli Stati Uniti, dove il suo stile impressionista e la sua capacità di cogliere la luce e il colore delle atmosfere naturali conquistano il pubblico americano.

Tra l’Italia e gli Stati Uniti, Michele Cascella continua a dipingere e a esporre le sue opere, dimostrando una capacità unica di catturare l’essenza della natura e dei paesaggi con una sensibilità cromatica che lo rende immediatamente riconoscibile. La sua arte, che unisce la tradizione impressionista con una visione profondamente personale, continua a incantare collezionisti e appassionati d’arte in tutto il mondo.

Michele Cascella rimane una figura centrale nell’arte italiana del Novecento. Le sue opere, caratterizzate da una freschezza cromatica e una delicatezza compositiva, sono una testimonianza della sua capacità di tradurre sulla tela l’emozione della natura e delle atmosfere che lo circondavano. La sua vasta produzione artistica, esposta nei principali musei e collezioni private a livello mondiale, continua a essere un punto di riferimento per chi ama l’arte impressionista e simbolista.

Antiquariato Parioli è orgoglioso di offrire una selezione delle opere di Michele Cascella, un artista che ha saputo interpretare con maestria e sensibilità le bellezze della natura e del paesaggio italiano.

Per tutte le opere attribuite all’artista, offriamo una prima valutazione tramite il nostro numero WhatsApp: +39 3457640360

Torna in alto