Tapio Wirkkala
Fortunato Alberto Lorenzo Depero nacque nel 1892 a Fondo (Trento) e si trasferì con la famiglia a Rovereto, dove studiò presso la Scuola Reale Elisabettina, indirizzandosi verso la scultura e il decorativismo. Nel 1913 si recò a Roma, dove scoprì l’arte futurista tramite una mostra di Umberto Boccioni. Qui conobbe Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del movimento, e Giacomo Balla. Con Balla, nel 1915, pubblicò il manifesto fondativo del Secondo Futurismo, sviluppando un linguaggio artistico caratterizzato da linee astratte e volumi plastici. Un esempio è Kikigolà, giocattolo astratto e colorato nato nello stesso anno.
Nel 1916 l’impresario dei Ballets Russes, Sergej Djagilev, commissionò a Depero scenografie e costumi per Il Canto dell’usignolo di Stravinskij. Pur non completando il progetto, Depero collaborò con Picasso, rafforzando il proprio legame con il teatro e creando il suo Teatro Plastico insieme al poeta Gilbert Clavel. Con Balli Plastici (1918), rappresentazione teatrale con marionette meccaniche al posto degli attori, Depero divenne pioniere di una nuova espressione scenica e avanguardistica. Nel 1917 iniziò a produrre i famosi arazzi futuristi, mosaici colorati su tessuto raffiguranti mondi magici popolati da figure meccaniche.
Nel 1919 fondò la Casa d’Arte Futurista a Rovereto, laboratorio di design innovativo, tra cui spicca l’arredamento d’interni per il Cabaret del Diavolo a Roma e la celebre bottiglietta per il Campari Soda, a forma di altoparlante futurista. Questo progetto anticipava il moderno rapporto tra design e industria tipico del Made in Italy. Negli anni Venti e Trenta Depero operò anche a New York, lavorando per riviste di alto profilo come Vogue e Vanity Fair, dove applicò i principi futuristi alla grafica pubblicitaria. Nel 1932 pubblicò il Manifesto dell’arte pubblicitaria futurista, teorizzando una nuova comunicazione visiva per l’epoca moderna.
Fortunato Depero fu influenzato dalla Secessione Viennese e dalla pittura simbolica di Goya, elaborando una pittura energica e voluminosa, caratteristica delle regioni alpine. La sua adesione al Futurismo, soprattutto grazie all’incontro con Balla, trasformò profondamente la sua estetica, dando vita a opere in cui colori vividi e volumi intensi si mescolavano in un dinamismo astratto, come in Ciz-Ciz-quaglia e Movimento d’uccello. Rientrato alla figurazione, Depero realizzò opere che, pur ispirate al mondo popolare, erano permeate da un forte senso meccanico e fiabesco, come La Festa della sedia (1927) e I miei balli plastici (1918).
In seguito, Depero sviluppò anche un interesse per l’arte metafisica, influenzato da Giorgio de Chirico. Questo dialogo tra il misterioso silenzio della metafisica e l’esplosività futurista è visibile in opere come La Ciociara (1919), dove la geometria rigorosa delle forme si fonde con un’atmosfera enigmatica.
Oggi il contributo artistico di Depero viene riscoperto e apprezzato, superando le ombre legate alla sua collaborazione con il regime fascista, con cui ebbe rapporti a fini economici. Tra le principali sedi in cui ammirare le sue opere spicca la Casa d’Arte Futurista a Rovereto, che conserva oltre 3.000 pezzi, molti dei quali restaurati dall’architetto Renato Rizzi. Altre sue opere sono esposte al MART di Rovereto, alla Galleria d’Arte Moderna di Torino, e in collezioni internazionali come la Galleria d’Arte Moderna di Baltimora.
L’influenza di Depero sul design, sulla pubblicità e sull’arte moderna è oggi evidente, e il suo impegno nell’integrare arte e vita pratica ne fa un innovatore unico nel panorama artistico internazionale.
Per tutte le opere attribuite all’artista, offriamo una prima valutazione tramite il nostro numero WhatsApp: +39 3457640360