Carlo Mollino

Carlo Mollino nacque a Torino, figlio unico dell’ingegnere Eugenio Mollino. Trascorse gli anni scolastici, dalle elementari al liceo, presso il Collegio San Giuseppe. Nel 1925 iniziò gli studi di Ingegneria, per poi trasferirsi alla Regia Scuola Superiore di Architettura dell’Accademia Albertina, oggi facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, dove si laureò nel luglio 1931. Mollino non fu solo architetto e designer, ma anche pilota di aerei e auto da corsa, scrittore, fotografo e sciatore appassionato, divenendo maestro di sci nel 1942. Nel dopoguerra, ricoprì la presidenza della CoScuMa (commissione scuole e maestri di sci) per la F.I.S.I., e nel 1951 pubblicò Introduzione al discesismo, un trattato in cui si riflette la sua indole inquieta e fantasiosa. Nel 1948 pubblicò Architettura, arte e tecnica, e nel 1953 vinse la cattedra di Composizione Architettonica, che mantenne fino alla morte. Fece parte del comitato organizzativo della XI Triennale di Milano nel 1957. Mollino morì improvvisamente nel 1973, ancora in piena attività.

Architettura

Già nel 1930, prima di laurearsi, progettò una casa vacanze a Forte dei Marmi, che gli valse il premio “G. Pistono” per l’Architettura. Dal 1933 al 1948, lavorando con il padre, partecipò a diversi concorsi. Tra i riconoscimenti, ottenne il primo premio per la sede della Federazione agricoltori di Cuneo e per la Casa del Fascio di Voghera. Con Umberto Mastroianni vinse inoltre il concorso per il Monumento ai Caduti per la Libertà di Torino, posizionato nel Cimitero Generale. Dal 1936 al 1939, collaborando con l’ingegnere Vittorio Baudi di Selve, realizzò l’edificio della Società Ippica Torinese, considerato il suo capolavoro, che, costruito a Torino in corso Dante, venne poi demolito nel 1960. Quest’opera si discostava dalle direttive del razionalismo e dall’architettura di regime, con influenze di Alvar Aalto ed Erich Mendelsohn. Appassionato di montagna, progettò anche strutture montane, come la Casa del Sole a Cervinia e la stazione della funivia Furggen. Tra il 1946 e il 1947 costruì lo chalet della Slittovia del Lago Nero presso Sauze d’Oulx, un’opera che univa modernità di forme e tecniche a materiali tradizionali. Questo chalet fu restaurato nel 2001 per contrastare decenni di abbandono e vandalismo. Nel 1952 progettò l’Auditorium Rai Arturo Toscanini a Torino, che nel 2006 subì un restauro controverso. Negli anni ’60 guidò il team incaricato di progettare il quartiere INA-Casa a Torino. Ricevette il secondo premio per il concorso del Palazzo del Lavoro e il primo premio per il progetto della Camera di Commercio di Torino. Tra il 1965 e il 1973 realizzò il Teatro Regio e la Camera di Commercio in via San Francesco da Paola, opere simbolo della sua carriera.

Design

Negli anni ’40, Mollino iniziò a progettare interni e arredi. Le sue creazioni, spesso pezzi unici o in edizioni limitate, combinavano tecniche artigianali con innovazioni nei materiali, come il compensato curvato a freddo, che caratterizzava le sue sedie, tavoli e poltrone degli anni ’50. Lo stile di Mollino sfuggiva alle classificazioni, attingendo da varie ispirazioni senza aderire a una corrente precisa. Mollino trasse ispirazione anche dalle sue passioni per lo sci e l’aviazione. Il tavolo “Reale” del 1949, dalla linea aerodinamica, la lampada “Cadma” del 1947, che evoca un’elica, e la poltrona “Gilda” del 1947, riflettono il suo interesse per la velocità. Le sue forme sinuose e quasi sensuali suggeriscono l’influenza dell’arte, del Modernismo, dell’Art Nouveau e del Surrealismo, evocando un corpo femminile che amava ritrarre. Considerato un “designer senza industria”, Mollino rielaborò con abilità le forme naturali, creando un’estetica personale e complessa. Nel 1963, in occasione del Capodanno, ideò il drago da passeggio, una scultura in carta decorata da lui stesso, esemplare della sua fantasia e del suo stile unico.

Carlo Mollino e le Opere che lo Hanno Reso Immortale

Carlo Mollino è stato un artista visionario, capace di trasformare per sempre il panorama dell’architettura e del design italiano. Con una vita straordinaria, dedita alla ricerca del bello e dell’armonia, Mollino ha saputo integrare il suo talento in molteplici ambiti, spingendosi in territori artistici diversi e anticipando i gusti del secolo scorso. Le sue opere, ancora attualissime, spaziano dalle costruzioni architettoniche agli arredi, passando per la fotografia e persino il mondo della moda. Mollino iniziò la sua carriera con la progettazione di mobili, creando pezzi originali e colorati, come lo specchio Milo, ispirato alla Venere di Milo. Tra le sue creazioni uniche, che oggi sono rari pezzi da collezione, emerge anche il famoso pullman Nube d’Argento e l’autovettura da corsa Bisiluro, con cui Mollino partecipò alla 24 Ore di Le Mans. I suoi mobili sono oggi esposti nelle più importanti collezioni di arte decorativa internazionali. A soli 32 anni, Mollino realizzò la sua prima abitazione: la Miller House (1937), i cui interni furono progettati interamente da lui. Questo edificio presentava un innovativo sistema di illuminazione su binario, una soluzione unica per l’epoca. Negli anni ’30, Mollino realizzò altre opere architettoniche di rilievo, tra cui la stazione per slittovia al Lago Nero, l’auditorium della Rai e la sede della Camera di Commercio di Torino. Il Teatro Regio, nella sua città natale, resta però la sua opera più iconica. Negli anni ’50, periodo di massima espansione della sua produzione, Mollino ottenne una cattedra presso la facoltà di Architettura dell’Università di Torino, diventando anche uno stimato docente. Mollino trovò spazio anche per una sua intensa attività fotografica, producendo polaroid erotiche di grande suggestione. In queste immagini, le forme femminili sono esaltate in tutta la loro sensualità. Oltre a questo, Mollino sperimentò anche la fotografia architettonica e sportiva, realizzando fotomontaggi e immagini di sci per completare i suoi studi sulle tecniche sportive. In un’epoca in cui si cercavano eleganza e stile, Mollino esplorava forme naturali ispirate alla natura circostante: rami, corna di animali e curve umane si traducevano in un design espressivo e surreale. Le sue opere, spesso realizzate per Zanotta, riflettono questa drammaticità estetica, come la poltrona Ardea dai colori vivaci e materiali naturali. Pezzi iconici come i tavoli Arabesque e Reale, con piano in vetro, rispondono a ogni tipo di esigenza, mentre la sedia per Gio Ponti, che richiama un immaginario esoterico, ne rappresenta il lato più sperimentale.

La Notorietà di Carlo Mollino

Pur apprezzato in vita, Mollino venne riconosciuto come genio solo anni dopo la sua morte. Poliedrico e anticonformista, Mollino ha ispirato mostre e retrospettive sulla sua carriera, affascinando il pubblico anche per la sua vita fuori dagli schemi. Figura controversa e affascinante, Mollino è oggi riconosciuto come una delle personalità più innovative nella storia del design e dell’architettura italiani.

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